Orto del Mondo 2025 – terza edizione
Laboratorio di cinema del reale. Un’esperienza condivisa per esplorare, immaginare, aprire varchi nella visione.
Fare cinema, essere in vita, dove, quando, nel mondo.
Dal laboratorio nasceranno dei film corti, un film collettivo, un film in work in progress… e sarà sempre qualcosa di inatteso.
“Raccontare, raccontare, finchè non muore più nessuno.
Mille e una notte, milioni e una notte”.
Elias Canetti, Il libro contro la morte
Orto del Mondo 2025 – terza edizione
A cura di Giovanni Cioni e Ludovica Fales
con Saverio Damiani e Aline Hervé
e con la partecipazione speciale di Leone Contini, artista e antropologo
Due tempi per far crescere sguardi che abitano il reale
Un orto e un giardino tra colline e ulivi toscani, dove il cinema si intreccia alla terra. Un tempo lento che consente all’esperienza di depositarsi e fiorire. Uno spazio di ascolto, osservazione attiva, coabitazione tra corpi, storie e paesaggi. Questo è lo spirito dell’Orto del Mondo: un laboratorio di cinema del reale per chi esplora l’atto del filmare come gesto vitale, condiviso, radicale.
Fare cinema come modo di essere nel mondo.
Guardare, immaginare, raccontare. Non da soli.
Perché l’Orto del Mondo?
A chi vuole sperimentare forme aperte e collettive di racconto.
A chi riconosce nel documentario un modo di stare al mondo, di attraversarlo, di rispondergli.
A chi è pronto a vivere il processo più che a controllarne l’esito.
A chi si avvia al cinema come possibilità di aprire varchi, anche piccoli, dentro e fuori di sé.
Natura, persone
Nessuna lezione frontale.
Due momenti, due luoghi, un processo unitario che si muove tra ideazione, confronto, ripresa e montaggio:
- Alteto (23–29 giugno)
Un laboratorio in mezzo alla terra, tra vigna e orto, dove si vive e si lavora.
Si gira, si inventa, si cammina. Le storie si scoprono parlando, mangiando insieme, facendo. - Cetona (11–20 settembre)
Insieme si monta il materiale raccolto, si riguardano i frammenti, si aprono domande.
Una riflessione collettiva sul tempo del cinema e del mondo.
Ogni partecipante porterà il proprio sguardo. Insieme, nasceranno corti, un film collettivo, un film in divenire. Qualcosa che non si sa ancora.
Cosa faremo
- Pratiche di visione e ripresa nel paesaggio
- Racconti a più voci: dal frammento al film
- Montaggio come riscrittura del reale
- Abitare lo spazio come gesto cinematografico
- Imparare a perdere il controllo
Dettagli pratici
📍Alteto (23–29 giugno)
📍Cetona (11–20 settembre)
Quota di partecipazione
- 480€ – iscrizione agevolata early bird (per chi si iscrive entro il 10 maggio 2025)
- 500€ – quota intera (regular, dopo il 10 maggio 2025)
- 450€ – quota riservata a studentə (con attestazione di iscrizione a università, accademia o corso di cinema almeno triennale)
- + 10€ per l’iscrizione annuale all’Associazione Casa Bianchini Balestrieri
Cosa portare
- Attrezzatura video (e audio se disponibile)
- Computer portatile e hard drive
- Tenda personale per l’alloggio (sia Alteto che Cetona)
Per iscriversi, per info o per dubbi: ilritiro@casabianchinibalestrieri.it
La squadra
Giovanni Cioni
Cineasta nato a Parigi, vive e lavora in Toscana, dove intreccia pratiche di vita e di cinema. Il suo lavoro esplora i confini tra memoria, immaginazione e realtà, in una forma aperta e profondamente personale di cinema del reale. Le sue opere, tra cui Dal ritorno, Per Ulisse, Dal pianeta degli umani, sono state presentate in festival internazionali e musei, segnando una traiettoria autoriale unica, sospesa tra diario, sogno e archivio.
Ludovica Fales
Regista e ricercatrice, esplora forme di soggettività attraverso narrazioni contemporanee e partecipative, attraverso il rapporto con il cinema, le nuove tecnologie e il cinema espanso.. Dopo un Master in Documentary Direction presso la NFTS e un dottorato in Audiovisual Studies, insegna pratica e teoria del documentario, storytelling sperimentale e interattivo presso l’University College di Londra e la Sorbonne Nouvelle di Parigi. Il suo film Lala ha ricevuto riconoscimenti in vari festival internazionali.
Aline Hervé
Montatrice francese, Hervé ha lavorato a lungo tra Francia e Italia, collaborando con registi come Bernardo Bertolucci, Paolo Sorrentino, Pietro Marcello e Giovanni Cioni. La sua pratica si radica in un approccio sensibile e intuitivo al tempo e all’immagine, concependo il montaggio come scrittura viva, spazio di relazione e scoperta. I suoi lavori spaziano dal documentario d’autore al cinema sperimentale, con una particolare attenzione per i materiali d’archivio, i frammenti, le rotture narrative. Da anni affianca all’attività professionale la conduzione di laboratori e percorsi formativi.
Saverio Damiani
Sound designer, montatore del suono e compositore, lavora da oltre quindici anni nel cinema documentario e nella produzione audiovisiva. La sua pratica si concentra sull’ascolto come gesto creativo e politico, esplorando il suono come materiale narrativo e relazionale. Ha collaborato con registi come Giovanni Cioni, Filippo Ticozzi, Stefano Savona. Affianca all’attività professionale la conduzione di laboratori sul suono nel documentario e in contesti educativi e sociali.
Leone Contini
Artista e antropologo, Contini lavora tra pratiche etnografiche, narrazione orale e intervento nello spazio pubblico. Dopo gli studi in filosofia e antropologia culturale all’Università di Siena, ha sviluppato una ricerca che attraversa i territori del cibo, della memoria migrante, dei confini e delle genealogie culturali. I suoi progetti, spesso site-specific e partecipativi, attivano forme di archiviazione alternativa e gesti quotidiani come strumenti critici. Ha esposto e condotto interventi presso Manifesta, la Biennale di Jakarta, il Centre Pompidou, il Museo delle Civiltà e documenta15, portando il suo lavoro in orti, mercati, parchi, case.